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Corfù: il Levante e le strutture difensive II
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Di grande importanza sul tema dei rapporti tra istituzioni veneziane e potere militare appare il dibattito che si svolge con tinte assai accese in Senato  nell'autunno del 1559. In quella sede si discusse sull'opportunità di edificare in città "un ridotto da poter in caso di occorrenza di guerra salvare li popoli di quell'isola". Per due giorni si fronteggiarono -- e giunsero infine al patteggiamento con lo stesso numero di consensi -- due opinioni fortemente contrastanti a proposito dei compiti da attribuire al comandante generale delle fanterie  Sforza Pallavicino. Metà dei componenti del Senato volevano che "egli andasse e parendoli desse anco principio ad operare... che anco fosse buono di fare e principiare secondo il suo parere et avanzare tempo, oltre che essendo egli sopra l'opera faria meglio che mandando poi misure a' proti , che poi non eseguiscano quanto bisogna". Chi contrastava questa opinione pretendeva invece che "saria molto meglio che, havendo veduto et giudicato, dovesse referire, perché anco de qui li signori potessero veder et intendere et far quella resolutione che paresse loro il meglio, et che non era conveniente spogliarsi della propria authorità et darla a' suoi ministri, che senza il consenso loro, che pur erano patroni, havesse ad operar cosa che poi non fosse di loro sattisfazione". In questa seconda proposta appare evidente l'opposizione di una parte del Senato alla formazione di una figura in qualche modo autonoma, sganciata dall'agire istituzionale e dalla direttiva politica che i consessi politici erano in grado di offrire.

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