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Veneziani e greci - La guerra di Candia previous_inactive 1/9 next

I privilegi di Candia
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Nel settembre del 1561 il senato veneziano  accolse una supplica divisa in tredici richieste avanzata dai nobili "feudati" dell'isola. Diverse erano le materie che stavano a cuore ai potenti feudatari dell'isola -- dal frumento all'olio, dal controllo sulle acque alla gestione delle saline , dalla conservazione dei privilegi alle "infinitissime gravezze" (imposte) di cui si chiedeva l'esenzione --, ma la richiesta più pressante riguardava il perfezionamento della fortezza. Il Senato, facendo sua l'istanza, aveva ritenuto che quell'opera sarebbe stata realizzata "nel modo e nella forma che per giudizio e dei periti e dei pratici di tal professione" sarebbe stato ritenuto più opportuno. Per questo, accompagnato da una somma di 3000 ducati , si affidò l'incarico a Giulio Savorgnan, il quale, una volta terminata la sua opera a Cipro, si sarebbe diretto a Candia , per terminare la fortezza secondo quanto si era già impostato o, se lo avesse ritenuto opportuno, per riformarla ex-novo. Savorgnan aveva chiesto ed ottenuto che lo accompagnasse, nella difficile opera, assieme al suo luogotenente Andrea Nigrisuoli, anche Giovanni Magagnato originario di Castelfranco, a testimonianza di un coinvolgimento dei sudditi provenienti dai domini nella ristrutturazione difensiva veneziana. Questi aveva il titolo di "inzegner" e aveva compiuto il suo apprendistato tecnico nella fortezza di Retimo . Nella richiesta veniva indicato come esperto, "intelligente" nel comporre modelli e disegni.

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