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Veneziani e greci - Il Cinquecento previous 2/5 next

Il dibattito cinquecentesco intorno all'Arsenale II
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La ricerca di una nuova sobrietà accompagna progetti concreti e riflessioni di intellettuali. L'autore del Vitruvio, Daniele Barbaro, -- amico fraterno di Daniele Zen -- nel 1566 ricorda come "non vi sia grandezza per la copia di marmi et per la magnificenza et superbia della materia che usavano gli antichi negli edifici loro, perché questa eccellenza hanno (i viniziani) in altre fabbriche loro". Nel corso del 1579 il provveditore all'Arsenale  Marc'Antonio Barbaro riesce a far bloccare il primo progetto per lo corderie  nuove, che era già stato approvato dal Collegio , in quanto a suo vedere era stato finalizzato "più tosto all'apparentia che al commodo e al servitio". Essenziali, infine, dovevano risultare gli ornamenti da apporre alla bocche da fuoco, mentre le poppe delle galere  -- così decretava il Senato  nel 1549 -- potevano essere illustrate ma le spese per le decorazioni non potevano superare l'esigua cifra di 30 ducati per il Capitano generale da mar , di 20 per i Provveditori all'armata , di 15 ducati  per i Capi da mar .

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